A nord dell’India, tra le gigantesche catene del Karakorum e dell’Himalaya, attraversata dalle acque vorticose dell’Indo, vi è una regione straordinaria, apostrofata come il piccolo Tibet indiano, che ha saputo conservare, in ragione di una gelosa chiusura verso l’esterno, il buddhismo tibetano più autentico e le tradizioni animiste che col buddhismo convivono, da secoli. viaggio inizia un po’ più in là, nella regione del Kashmir e con la visita alla bella Srinagar, la Venezia d’India, capitale estiva della regione, placidamente adagiata sulle sponde del fiume Jhelum e famosa per le sue case galleggianti. Da qui muoveremo verso Leh, quota 3500 metri, che un po’ pomposamente si fregia del titolo di capitale essendo in realtà poco più di un villaggio (conta poco più di ventimila anime). Si sta qui come fuori dal mondo e dal tempo, nemmeno le nuvole vi arrivano e gli unici suoni sono quelli dei campanelli d’argento e delle trombe di conchiglia. L’ideale per riflettere, mentre si passeggia tra i mercatini pieni di colore, il Leh Gompa e il Palazzo Reale. Scenderemo seguendo la valle dell’Indo, verso i monasteri di Lamayuru, – costruito nei pressi della grotta dove all’inizio del X secolo meditò Naropa, mistico e santo del buddismo tantrico, il Lama di Yuru. Alchi e Likir e Spitok, i più antichi e maestosi della regione, rimasti intatti nei secoli, impervi e inaccessibili: sono i gompa, imbiancati a calce e arroccati in cima a monti a pan di zucchero. La nostra meta: le oracolesse tantriche. Esseri straordinari che nella trance prendono contatto con lo spirito guida. Lo spirito, di cui sono portavoce coscienti, attraverso di loro, si mette a servizio della cura dell’anima. Il percorso lascia spazio all’avventura, e all’imprevisto, per restituire al viaggio il senso di scoperta di un antico pellegrinaggio, una ricerca dell’ignoto, dentro e fuori di noi.
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